Cari amici,
diversi studi hanno evidenziato l’utilità del protocollo chetogenico anche in quei pazienti con epilessia o tumori cerebrali. Si è vista, infatti, una riduzione dell’eccitabilità neuronale ed un effetto anticonvulsivante diretto, a seguito dell’utilizzo del protocollo chetogenetico. Anche in questo caso – e non mi stancherò mai di dirlo – è assolutamente necessario farsi seguire da uno specialista, in grado di monitorare costantemente l’andamento del protocollo e capace di seguire il paziente lungo tutto il percorso nutrizionale. Il “fai da te” in questi casi non è tollerato, perchè si potrebbe andare incontro a deficit elettrolitici seri.
Vi segnalo che l’articolo è stato pubblicato sul numero di ottobre de “Il giornale Info” – edizione dei Castelli Romani.
Carissimi lettori,
nell’ultimo articolo ho approfondito il tema della dieta chetogenica e della sua efficacia nel dimagrimento rapido. Questo protocollo consiste nell’abbassare fortemente l’introito calorico e dei carboidrati. Secondo le linee guida questo protocollo può essere eseguito per un tempo limitato, a causa dei deficit elettrolitici che si possono verificare. Tale protocollo va, infatti, associato a trattamento integrativo con ioni e vitamine e sotto stretto controllo specialistico. La persona che voglia seguire questo tipo di protocollo alimentare deve affidarsi ad uno specialista molto esperto del settore. Dato il forte interesse che ha suscitato l’argomento, approfondirò il tema del protocollo chetogenico e della sua validità in alcune malattie.
Tale protocollo negli Stati Uniti viene già utilizzato da oltre trent’anni. Gli studi, condotti per valutare l’efficacia indubbia sul trattamento dell’obesità, hanno anche dimostrato la possibilità di applicare questo approccio in alcune patologie farmaco-resistenti, in patologie metaboliche e nelle crisi epilettiche. Tra queste patologie ricordo il deficit GLUT1 (il gene per la proteina, che trasporta il glucosio al cervello è mutato ed il cervello viene privato di questo importante zucchero). Si tratta di malattie rare, che interessano per oltre il 50% l’età pediatrica ed almeno l’80% di esse ha una base genetica. In alcuni casi la terapia nutrizionale assume il ruolo di farmaco-nutrizione. Significa, cioè, che se il paziente è resistente alle terapie farmacologiche, è possibile tenere sotto controllo i sintomi attraverso una rigida dieta chetogenica. Ad esempio, nella Sindrome da Deficienze del GLUT1 l’unica terapia attualmente valida è la dieta chetogenica, eseguita in maniera assai rigida.
I corpi chetonici, che si producono, sono in grado di attraversare la barriera ematoencefalica. Questi vengono utilizzati come fonte di energia alternativa al glucosio. Due sono i fattori importanti: 1) I corpi chetonici riducono l’eccitabilità neuronale; 2) I corpi chetonici hanno un effetto anticonvulsivante diretto. In sostanza il soggetto sta meglio e la sintomatologia migliora nettamente.
Questo è il razionale che suggerisce l’utilizzo del protocollo chetogenetico nelle patologie succitate.
C’è un film su quest’argomento che consiglio a tutti di vedere: “…First do not harm”. Se l’utilizzo del protocollo chetogenico è in questi casi obbligato, in quanto l’unico in grado di migliorare i sintomi in queste malattie rare, il suo uso nel trattamento dell’obesità è ancora controverso. La dieta chetogenica, infatti, si pone come interessante alternativa alle terapie alimentari tradizionali, soprattutto in caso di obesità grave e di diabete mellito di tipo 2 (DMT2).
Non è possibile valutare tale protocollo per un utilizzo routinario su larga scala in tutte le forme di sovrappeso o obesità, ma può essere considerato nelle situazioni in cui sia necessario perdere velocemente peso (prima di un intervento chirurgico, ad esempio). Alcuni studi suggeriscono questo approccio dietetico anche nel caso di acne grave, nell’ovaio policistico ed in alcune forme di emicrania. Un suggerimento importante, che va dato a tutti coloro che decidono di intraprendere questo percorso, è di farsi seguire da uno specialista che abbia un’adeguata conoscenza delle modificazioni metaboliche indotte e dei potenziali effetti collaterali e che abbia la capacità di motivare adeguatamente il paziente. A presto!
Non riproducibile, salvo specifica autorizzazione.
Dott.ssa Cristina Mucci
Biologo Molecolare e Nutrizionista
Tel. 3923520444
Web: www.nutrizionistacristinamucci.it
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Blog: http://nutrizionistacristinamucci.blogspot.com
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