Cari amici,
può l’alimentazione migliorare i sintomi delle malattie della pelle? A quanto pare si.
Acne, psoriasi, malattie autoimmuni cutanee, alopecia e altri disturbi, sono quelli che più frequentemente si riscontrano negli obesi, in quei soggetti che si alimentano in maniera scorretta o in chi soffre di disturbi del comportamento alimentare.
Penso sia importante approfondire e riflettere anche su questo tema. Vi ripropongo quindi, questo mio articolo pubblicato lo scorso aprile su “Il corriere della sera”.
Buona lettura!
Numerosi sono, ormai, gli studi che negli ultimi anni hanno dimostrato quanto il comportamento alimentare ed i disturbi della pelle siano interconnessi. Acne, psoriasi, malattie autoimmuni cutanee, alopecia, smagliature e cellulite. Queste le malattie e gli inestetismi della pelle che più frequentemente si riscontrano negli obesi, nei soggetti che si alimentano in maniera scorretta ed in chi soffre di disturbi del comportamento alimentare. Gli specialisti parlano chiaramente della necessità di intervenire in maniera specifica sull’alimentazione, per ridurre la probabilità che insorgano patologie dermatologiche. Può una dieta mirata agire sulla pelle, migliorandone l’aspetto e curandola efficacemente? A quanto pare sì!
La pelle è un vero e proprio organo dotato di ghiandole e recettori, in grado di produrre molecole e rispondere all’azione di altri organi. E’ l’organo più esteso del nostro corpo. L’intero organismo reagisce attraverso la cute, che ci mette in relazione con l’ambiente circostante. La pelle è estremamente sensibile a tutte le variazioni metaboliche, le secrezioni endocrine e le alterazioni dell’equilibrio del nostro corpo. Grazie alla sua vicinanza anatomica col tessuto adiposo sottostante, la pelle subisce modificazioni fisiopatologiche ad opera di ormoni ed altre sostanze prodotte proprio dal grasso. Per il suo significato simbolico (estetica, bellezza, apparenza), la pelle è il bersaglio preferenziale di molte turbe emotive e patologie psichiatriche. Non c’è da stupirci, dunque, dell’elevata frequenza e molteplicità delle malattie cutanee nei soggetti obesi o con disturbi del comportamento alimentare.
E’ ormai risaputo che un individuo obeso è un soggetto infiammato. L’aumento del grasso bianco (quello di riserva, per intenderci) aumenta lo stato infiammatorio. Infatti, il grasso bianco non è inerte, ma rilascia sostanze infiammatorie, ormoni ed altre sostanze che vanno a colpire gli organi bersaglio, primi tra tutti la pelle. Un tessuto grasso infiammato è in grado di interferire col sistema immunitario e le funzioni vascolari, produce radicali liberi dell’ossigeno ed interferisce col normale processo di guarigione delle ferite. Non è un caso che un soggetto obeso sviluppi più frequentemente malattie come la psoriasi o l’artrite psoriasica; due patologie infiammatorie su base genetica. Vale a dire, cioè, che un soggetto predisposto geneticamente ha una maggiore probabilità di sviluppare queste malattie, se è in una condizione di obesità. Le stesse manifestazioni atopiche, come la dermatite e l’asma, sono strettamente correlate con l’obesità. Sostanzialmente, in un individuo obeso ed infiammato c’è una maggiore sensibilizzazione alle allergie ed alle infezioni cutanee.
A causa dell’alterazione ormonale, dell’aumento dei livelli di cortisolo e di insulina, un soggetto obeso sviluppa con più probabilità acne, ipertricosi ed alopecia. Quest’ultima è ancora più frequente nel sesso femminile, data la concomitante alterazione della funzione ovarica. L’alopecia si sviluppa con un andamento diverso a seconda dell’età della donna, ma porta sempre al medesimo risultato: i follicoli piliferi si rimpiccioliscono ed il capello ha un ciclo vitale sempre più breve. Per i medesimi motivi, tanto negli uomini quanto nelle donne si osserva una maggiore tendenza a formare le smagliature, cicatrici indelebili della pelle, che sono il risultato di un’alterazione nella sintesi di collagene causata da alterazioni ormonali. La cellulite tende ad accentuarsi, a causa delle concomitanti alterazioni nel circolo venoso e linfatico.
I rapporti tra acne ed alimentazione sono stati a lungo dibattuti. Fino agli anni ’80 non si riteneva possibile associare l’insorgenza dell’acne all’alimentazione. L’interesse al riguardo si è riacceso con la pubblicazione di studi su popolazioni poco civilizzate. In tali popolazioni, l’incidenza dell’acne ed anche di altre patologie della pelle è molto più bassa. La dieta povera di grassi e di carboidrati elaborati, seguita da queste popolazioni, sembra essere alla base di una migliore salute della pelle. E’ probabile che l’aumento dell’insulina, che si ha con l’assunzione di cibi elaborati vada ad influenzare il metabolismo degli androgeni, ormoni che costituiscono il più importante fattore di regolazione di peli e cute.
Questi aspetti si verificano, anche, in soggetti affetti da anoressia e bulimia. La carenza di vitamine, oligoelementi e nutrienti in queste persone aumenta drasticamente i livelli di infiammazione, scatenando molteplici e complessi fenomeni cutanei, come quelli appena citati.
Di fronte ad un individuo obeso o con disturbi del comportamento alimentare bisogna sapere intervenire con un protocollo alimentare mirato e specifico, che possa consentire il miglioramento della sintomatologia cutanea.
Non riproducibile, salvo specifica autorizzazione.
Bibliografia
1. Shipman Ar, Millington GWM. Obesity and the skin. Br J Dermatol 2001; 165:743-50;
2. Marsdean PJ, Murdoch AP, Taylor R. Tissue insulin sensitivity and body weight in polycystic
ovary syndrome. Clin Endocrinol 2011; 55:191-7.
Dott.ssa Cristina Mucci
Biologo Molecolare e Nutrizionista
Tel. 3923520444
Web: www.nutrizionistacristinamucci.it
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mondonutrizione.cristinamucci
Blog: http://nutrizionistacristinamucci.blogspot.com
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